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    Movecoin, l’app che ti paga per camminare!

    Movecoin, l'app che ti paga per camminare!

     

    Nasce Movecoin: la app che ti paga

    per pedalare, camminare e correre

    Sostenibilità ambientale, salute e guadagno economico. Sono i tre pilastri su cui si fonda una innovativa App che consente di guadagnare 10 centesimi per ogni km percorso in modo ecologico: camminando, correndo o pedalando in bicicletta. Il motto è: più cammini, più corri, più pedali e… più guadagni! Si chiama Movecoin.

    L’utente potrà spendere i Movecoin prodotti nei negozi convenzionati in percentuale da un minimo del 10% fino al 100% del valore dell’acquisto in base agli accordi presi con i singoli punti vendita. Il valore dei Movecoin presso gli esercizi convenzionati sarà doppio del valore nominale.

    Inoltre, vi è una funzionalità nell’app davvero particolare: è possibile mettere all’Asta i Movecoin prodotti, come le criptovalute già esistenti sul mercato finanziario cedendoli al miglior offerente in cambio di euro, quindi passando di mano in mano il prezzo della moneta Movecoin potrà prendere valore nel tempo, questa particolarità potrebbe far risultare ancora più redditizi i passi e le pedalate registrati dall’app.

    Ciò che non potrà mai cambiare, però, sarà il rapporto di 10 centesimi per chilometro percorso. Infine, rispetto alle criptovalute, per i Movecoin non c’è bisogno di computer con capacità di calcolo elevatissime con enorme consumo di energia, ma solo di uno smartphone.

    • 27 Mar, 2018
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    Sostenibilità elettronica, dal tablet al frullatore

     

    17.000 tonnellate di piccoli rifiuti raccolti da Ecolight nel 2017

    Quasi 17.000 tonnellate di smartphone, frullatori, tablet e phon raccolti dalle isole ecologiche disseminate in tutta Italia e dalla Grande distribuzione organizzata. Ecolight, consorzio che si occupa della gestione di RAEE, pile e accumulatori a fine vita, nel 2017 ha incrementato i volumi di quasi il 6% rispetto all’anno precedente, confermando un’importante azione soprattutto per quanto riguarda la raccolta dei RAEE che appartengono al raggruppamento R4, ovvero i piccoli elettrodomestici e l’elettronica di consumo.

    “Tra i rifiuti elettronici, i piccoli elettrodomestici sono quelli più difficili da intercettare”, ricorda il direttore generale di Ecolight, Giancarlo Dezio. “Nonostante l’impegno in termini di raccolta e sensibilizzazione, poco meno di un quarto di questi rifiuti segue un corretto iter di raccolta e smaltimento.

    I restanti tre quarti restano con ogni probabilità chiusi in un qualche remoto cassetto di casa, per poi finire nel sacco dell’indifferenziata”. Recuperare correttamente un R4 è però importante. “Sono rifiuti riciclabili fino al 97% del loro peso”, sottolinea Dezio.

    “Sono composti prevalentemente da ferro e plastica, materiali che possono essere indirizzati verso un percorso di recupero per ottenere materie prime seconde riutilizzabili nei processi produttivi”.

    L’impegno di Ecolight nel 2017 si è concentrato soprattutto nella gestione dei rifiuti elettronici di piccole dimensioni: oltre il 75% di quanto è stato raccolto appartiene a questo raggruppamento, inoltre ha attivato una serie di servizi per agevolare i cittadini e i negozi per conferire e raccogliere correttamente questa tipologia di rifiuti.

    “Nel corso del 2017 – continua il direttore generale di Ecolight – è infatti proseguita la nostra campagna per la diffusione delle EcoIsole RAEE: cassonetti intelligenti posti prevalentemente nelle immeditate vicinanze dei punti vendita di grandi dimensioni dove poter conferire cellulari e carica batterie, telecomandi e piccoli elettrodomestici.

    Abbiamo anche facilitato la Distribuzione a gestire in modo corretto i rifiuti elettronici ritirati secondo i principi dell’Uno contro Uno e dell’Uno contro Zero: Ecolight ha raccolto da quasi 2.900 punti vendita più di 50.000 RAEE provenienti dai consumatori”.

    • 26 Mar, 2018
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    Sicurezza dati in Rete, la falla di Facebook e i risvolti elettorali

    Sicurezza dati in Rete, la falla di Facebook e i risvolti elettorali

    Decine di profili utilizzati dalla società di consulenza Cambridge Analytica a scopi elettorali: il numero uno di Facebook, Mark Zuckerberg, è stato convocato dalla commissione Cultura della Camera dei Comuni – la camera bassa del Parlamento del Regno Unito – per riferire sulla vicenda.

    Sarebbe stato inficiato l’esito della Brexit.  Zuckerberg dovrà comparire davanti al Parlamento britannico per spiegare la falla del social network riguardo alla sicurezza dei dati personali dei suoi utenti, così nella lettera inviatagli dal presidente della commissione, il parlamentare conservatore Damian Collins.

    È stato inoltre invitato al Parlamento Europeo: “Facebook deve chiarire davanti ai rappresentanti di 500 mln di europei che i dati personali non vengono utilizzati per manipolare la democrazia”, ha twittato il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani. Sospetti è che sia stato invalidato anche l’ultimo voto delle Politiche in Italia.

    “Non ho elementi per dire se anche nel nostro Paese sia accaduto e chi sia il destinatario di questa campagna di riconquista degli elettori e di allargamento in qualche modo viziato del consenso, però è possibile ed essendo possibile non possiamo sorprenderci se anche da noi oltre che negli Usa, in Inghilterra o in altre parti del mondo si utilizzano questi canali per la ricerca del consenso”, ha dichiarato a Radio Radicale il presidente dell’autorità per la tutela dei dati personali Antonello Soro. Ma l’esito del voto è irrevocabile.

    “Non c’è mai un ritorno ha sottolineato Soro –, il momento del voto in qualunque democrazia è un momento solenne che non è revocabile, si può revocare il consenso alle elezioni successive, ma non utilizzare queste informazioni per delegittimare chi è stato eletto. La vicenda Trump insegna che tra l’altro i cittadini non apprezzano tutte queste notizie che vengono fuori il giorno dopo”.

    E, intanto, negli Stati Uniti Christopher Wylie, l’ex dipendente di Cambridge Analytica che ha rivelato come la società di raccolta di dati vicina a Donald Trump abbia usato informazioni raccolte in modo illegittimo, vuole testimoniare al Congresso americano. Il suo avvocato ha infatti reso noto che l’analista informatico canadese ha accettato l’invito di Adam Schiff, il capogruppo democratico della commissione Intelligence della Camera.

    La convocazione del “whistleblower”, come vengono chiamati in America i dipendenti che denunciano illeciti commessi dal governo o da società per cui lavorano, rientra negli sforzi dei democratici tesi a far continuare l’inchiesta sulle interferenze russe nelle elezioni, nonostante i leader repubblicani abbiano annunciato di aver concluso la bozza del rapporto finale.

    • 23 Mar, 2018
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    Global Cloud Data Center arriva alla Cloud Expo Europe di Londra

    Global Cloud Aruba

     

    Global Cloud Data Center arriva alla Cloud Expo Europe di Londra

    Aruba Cloud (www.cloud.it) del Gruppo Aruba (www.aruba.it) parteciperà a Cloud Expo Europe, fiera internazionale che si terrà a Londra il 21 e 22 marzo 2018 (London, ExCeL Exhibition Centre). La partecipazione di Aruba verterà sulla presentazione dell’intera offerta di servizi cloud e di Global Cloud Data Center, l’ultimo campus di data center nato alle porte di Milano, che sta diventando uno dei principali hub del cloud a livello globale. Lo speech dal titolo ‘Behind every cloud there is a data center, or more‘ a cura di Marcin Zmaczyński, Marketing Manager di Aruba, si terrà il 22 marzo dalle ore 11.35 alle 12.00 presso Multi-Cloud Strategy & Management, Services and Applications Theatre e si rivolgerà a tutte le aziende extra-italiane interessate a localizzare i propri dati in un’infrastruttura che si trovi all’interno dei confini della CE. Una tendenza in grande crescita in ottica Brexit, che sta consolidando Milano come uno dei principali poli di attrazione in ambito IT. Nel corso della presentazione, ci sarà modo di approfondire anche la strategia di internazionalizzazione del Gruppo Aruba, ora attivo sui principali mercati europei – tra cui Francia, Polonia, Germania, Repubblica Ceca, Ungheria e Regno Unito grazie a una rete di servizi e data center proprietari e partner – e in fase di costante espansione.

    • 15 Mar, 2018
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    Resonance, molto più di un orologio

    Resonance, molto più di un orologio

    Resonance, lo smartwatch

     

    È arrivato Resonance CIR600, molto più di un semplice orologio. Oltre a visualizzare l’orario, il nuovo device integra due moderne funzionalità che lo rendono perfetto per il relax e il divertimento in ogni angolo della casa.

    Resonance è, infatti, speaker audio per diffondere in ogni stanza la propria musica preferita e fonte di ricarica per lo smartphone. Ascoltare le proprie playlist preferite al mattino appena svegli o durante una cena con gli amici è davvero semplicissimo.

    È sufficiente connettere, tramite Bluetooth, il proprio smartphone a Resonance… e dare il via alle danze! Ora, musica, e, all’occorrenza, anche ricarica. CIR600 permette pure di ricaricare il proprio smartphone, eliminando così la presenza di fili in giro per casa.

    • 11 Mar, 2018
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    erre Des Hommes: allarme sexting e sicurezza online per le ragazze italiane

    terre des hommes

     

    Terre Des Hommes: allarme sexting e

    sicurezza online per le ragazze italiane

    Nell’era dei nativi digitali, nella quale gli adolescenti italiani passano più di 6 ore al giorno davanti a smartphone e altri device, 6 ragazze adolescenti su 10 nel nostro Paese ammettono di trascorrere la maggior parte del proprio tempo libero online e sui social network (il 21,3% dice di passarlo giocando con il cellulare e il 12% guardando video in rete), ma è proprio nella solitudine del mondo online che le ragazze si sentono meno sicure.

    Quasi il 60% di loro ha infatti indicato la piazza virtuale come quella in cui si sentono maggiormente vulnerabili. Più che in luoghi di aggregazione reali come palestre e campi sportivi (15,4%) o scuole (10,5%). Ma l’insicurezza raggiunge anche altri luoghi: il 35,4% delle ragazze ha infatti affermato che non si sentano sicure per strada, nelle stazioni o in altri luoghi in cui sono esposte in prima persona.

    Sono alcuni dei dati diffusi in anteprima dell’Osservatorio sulla Violenza e gli Stereotipi di Genere di Terre des Hommes, realizzato in collaborazione con la Community ScuolaZoo per la Campagna Indifesa. Fino all’8 marzo si può donare con sms o chiamata al numero solidale 45549 per la realizzazione di interventi di prevenzione della violenza, discriminazioni e stereotipi di genere nelle scuole superiori italiane.

    L’Osservatorio è stato avviato 4 anni fa da Terre des Hommes con ScuolaZoo e ha raccolto nei soli primi due mesi del 2018, le opinioni di oltre 1250 ragazze su argomenti di grandissima attualità come sexting, sicurezza online, bullismo e cyberbullismo, molestie e violenze, discriminazioni e stereotipi di genere. A risultare allarmante, oltre all’utilizzo massivo dei social network che sembra alimentare un disperato bisogno di visibilità sociale, c’è la tendenza a postare o condividere immagini e contenuti, soprattutto personali e intimi, forse per cercare consensi e apprezzamento.

    Proprio in questo contesto uno dei dati che colpisce di più riguarda la diffusione del sexting, ovvero la condivisione di foto intime con il proprio partner. 1 ragazza su 5 (il 19%) ammette di averlo praticato, mentre 4 ragazze su 10 dicono di aver visto circolare foto o video intimi o a sfondo sessuale loro o di amici sui social network, online o sui servizi di messaggistica. E alla domanda “Se una ragazza ha fatto un video o una foto hot è una “ragazza facile”: più di un terzo delle intervistate (37,4%) risponde di essere d’accordo.

    Quando nella domanda viene specificato che l’uso è per la condivisione con il proprio ragazzo, la percentuale di rispondenti che dicono di essere d’accordo scende al 19%. Nonostante i comportamenti spesso disinvolti, per altri versi sembra emergere una certa consapevolezza sui rischi della propria condotta online che può far cadere, per esempio, in trappole altrettanto pericolose come il grooming (l’adescamento online, da parte di adulti, di minori con lo scopo di commettere atti sessuali o a carattere pornografico) e il revenge porn (la pubblicazione di foto o video intimi e pedopornografici sul web, posta in essere generalmente dopo la fine di una relazione sentimentale o affettiva, a scopo di vendetta e che vede colpite soprattutto ragazze per mano dei loro ex partner).

    Vedere, infatti, le proprie foto intime circolare online o su cellulari altrui senza il proprio consenso viene considerato altrettanto grave e doloroso quanto subire una violenza fisica per il 94,3% delle ragazze. Ed è grazie a questo appiglio alla realtà che alla domanda se “ciò che succede su internet è reale e non virtuale”, ben il 71% delle ragazze risponde di essere d’accordo.

    • 9 Mar, 2018
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    app di dating in prima linea contro i profili fake

    jaumo

    Jaumo, l’app di dating in prima linea contro i profili fake

    Si batte contro i falsi profili Jaumo, l’app d’incontri online nata in Germania nel 2011 da un’idea di Jens Kammerer e Benjamin Roth. Presente in 180 paesi nel mondo con 30 milioni di utenti registrati, Jaumo in Italia vanta già 780.000 utenti.

    Jaumo è molto attenta al tema della sicurezza. L’app è dotata, infatti, di un sistema anti- spam attraverso il quale i profili fake vengono eliminati in breve tempo, insieme alle loro chat, visite ai profili e altre attività.

    Inoltre, nel caso in cui l’utente sviluppi dei dubbi riguardo all’autenticità di un profilo può, direttamente dall’app, segnalarlo al supporto Jaumo che in breve tempo ne verifica, ad esempio, la presenza di attività insolite o irregolarità.

    “I profili falsi sono un problema per tutte le app d’incontri e il team Jaumo è continuamente al lavoro per sviluppare nuove misure che possano eliminare rapidamente i truffatori dal nostro portale”, ha dichiarato Jens Kammerer, partner e ceo di Jaumo.

    “Vogliamo fornire ai nostri utenti il massimo che si può avere in termini di sicurezza senza che perdano il divertimento di flirtare sull’app”, aggiunge Benjamin Roth, partner e cto di Jaumo.

    • 9 Mar, 2018
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    Che tipo di malato di Internet sei?

     

    Che tipo di malato di Internet sei?

    Che tipo di malato di Internet sei? Su www.sconnessiday.it il primo corso per medici e pazienti

    Che tipo di malato di internet sei? Una domanda che potrebbe suonare provocatoria, ma non lo è affatto: dopo il successo, anche mediatico, dello #SconnessiDay al Ministero della Salute, e la proposta condivisa con il cast e il regista del film “Sconnessi”, Christian Marazziti, di istituire una Giornata Mondiale della S-connessione da celebrare ogni 22 febbraio, Consulcesi Club torna sull’allarme dipendenza dal web e lo fa attraverso il sito internethttp://www.sconnessiday.it.

    Proprio su http://www.sconnessiday.it, infatti, il corso FAD (Formazione a Distanza) del provider ECM 2506 Sanità in-Formazione “Internet e adolescenti: I.A.D. e cyberbullismo” è fruibile gratuitamente anche da parte di pazienti, insegnanti e genitori. Ma chi sono i malati di internet? A spiegarlo, il responsabile scientifico del corso, lo psichiatra David Martinelli, del Centro Pediatrico Interdipartimentale Psicopatologia da Web presso la Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, che elenca le seguenti categorie dell’internet addiction:

    CYBER SEXUAL ADDICTION, ovvero l’uso compulsivo di siti dedicati al sesso virtuale e alla pornografia; CYBER RELATIONAL ADDICTION, che consiste nell’eccessivo coinvolgimento nelle relazioni virtuali, con la compulsione ad instaurare rapporti esclusivamente (o quasi) attraverso il web, soprattutto tramite i social network; NET COMPULSION, tra i diversi tipi di dipendenza dal web, la “compulsione per la Rete” è quella che più di tutte può mettere a rischio le finanze di chi ne soffre, perché è caratterizzata da acquisti compulsivi attraverso siti di e-commerce e portali specializzati in aste, e dall’utilizzo di portali dedicati al gioco d’azzardo online.

    INFORMATION OVERLOAD, che affligge i ricercatori ossessivi di informazioni sul web, attraverso giornali on line, motori di ricerca ed enciclopedie digitali; COMPUTER ADDICTION, la tendenza al coinvolgimento eccessivo in giochi virtuali, come per esempio i MUD’s (Multi User Dimensions – giochi di ruolo).

    • 8 Mar, 2018
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